Da vent’anni la Fondazione Prada si interroga sull’impegno culturale oggi, su quali siano gli intenti e la rilevanza. E lo fa con una serie di progetti in continua evoluzione: commissioni “utopiche” a singoli artisti, conferenze di filosofia contemporanea, mostre di ricerca e iniziative in campo cinematografico.
Sono – e lo sono anch’io – convinti che la cultura sia profondamente utile e necessaria, oltre che coinvolgente e attrattiva. Deve arricchire la nostra vita quotidiana, aiutarci a capire i cambiamenti che avvengono in noi e nel mondo.
Il principale scopo della Fondazione e dell’apertura di questo spazio sono le idee, e come l’umanità le ha trasformate in discipline: letteratura, cinema, musica, filosofia, arte e scienza. La coesistenza delle discipline andrà a generare risonanze e intersezioni culturali imprevedibili.
La Fondazione ha scelto l’arte come principale strumento di lavoro e di apprendimento: un territorio di pensiero libero che accoglie sia figure consolidate e imprescindibili sia approcci emergenti. La Collezione Prada, che include perlopiù opere del XX e XXI secolo, è un punto di partenza.
Lo spazio dove ha sede la Fondazione Prada di Milano è stato costruito nel 1910 per ospitare una distilleria, il complesso è stato oggetto di una riconfigurazione architettonica che combina tre nuove strutture agli edifici preesistenti. Ne è nato un campus di spazi post-industriali e nuovi, con un’alternanza di apertura e intimità in cui i cortili offrono alla cittadinanza uno spazio pubblico comune. La ricchezza e la varietà degli spazi incoraggerà a reagire alle sollecitazioni culturali in modo rapido e spontaneo.
È una struttura aperta, in cui le idee circolano liberamente, tutti sono invitati a elaborare intenti e progetti per archi di tempo variabili per contribuire alle attività della Fondazione con la propria idea personale della contemporaneità.
All’interno troviamo l’Accademia dei Bambini è il primo progetto della Fondazione Prada dedicato all’infanzia. Il progetto è stato curato da Giannetta Ottilia Latis, neuropediatra, che ne ha posto le basi teoriche ed operative e ne seguirà i contenuti nel tempo. L’allestimento architettonico è stato progettato in collaborazione con un gruppo di giovani studenti dell’École nationale supérieure d’architecture de Versailles guidati dai loro insegnanti Cédric Libert ed Elias Guenon. Il risultato è uno spazio capace di assumere fisionomie diverse adattandosi ai programmi che vi verranno svolti.